giovedì 30 aprile 2009

La fedeltà

di Bruno Landi

Lo so, un giorno o l’altro mi diranno (anzi lo hanno già detto) che sono più vicino alla parte politica “a noi avversa”, che a questa squinternata combriccola che vuol far credere di essere di centrosinistra (senza trattino, altrimenti non sarebbe il “nuovo” che da anni barcollando avanza).
Pazienza. Se questo mi capiterà (anzi, mi è già capitato), voglio dire che la fedeltà alle proprie opinioni, ai propri argomenti e convincimenti vale più della fedeltà ai propri (presunti) compagni.
Comunque compagni, tranquilli, non abbiate paura: sono stato e sempre resterò di sinistra. A modo mio: senza tessera e senza partito. Anche perché non sento assolutamente il bisogno di riciclarmi, accasandomi in qualche luogo di questa incerta politica.
Di sinistra, seppure un po’ scomodo. Perchè libero di pensare. Di proporre. Di scrivere. Sempre disposto, in ogni caso, a confrontarmi con gli altri. Purché gli altri lo vogliano veramente.
Senza rinunciare mai a parlare ad alta voce, sempre e comunque, per raccontare quello che vedo e criticare quello che non mi piace. Senza minimamente dovermi preoccupare se questo fa il gioco della parte politica “a noi avversa”.
Anche perché non mi piace chi decide nel chiuso delle stanze di un chiuso Palazzo.
Mi sono battuto e mi batterò perché il Comune diventi, chiunque sia al governo della città, un luogo di partecipazione e di confronto, in grado di coinvolgere persone capaci, competenti e, soprattutto, libere.

Pianeta Terra

di Nicoletta Principi

Il 22 aprile scorso si è celebrata in tutto il mondo la giornata dedicata alla Terra, l’Earth Day. L’evento nasce nel 1970 negli Stati Uniti come iniziativa di un movimento universitario per sottolineare la necessità di tutela delle risorse naturali della Terra e dedicare una giornata alla salute del pianeta. Se a quei tempi, l’Earth Day era un’occasione unica per soffermarsi a valutare le problematiche del pianeta, oggi, purtroppo, è a mio avviso una comune giornata in cui si rammentano le bellezze naturali e si parla dei “mali” che affliggono l’ambiente. La Tv, i giornali, internet, continuamente ci allarmano sulla situazione Terra: il buco dell’ozono, gli orsi bruni che si estinguono, i ghiacciai che si sciolgono e le acque che salgono, l’inquinamento di aria, acqua e suolo, le risorse non rinnovabili che si esauriscono. Siamo ormai abituati al progressivo degrado ambientale, quasi da non stupirci più. Anche nella nostra realtà la natura e il modo di viverla sono cambiati. Penso al fiume Misa; alcune persone più grandi di me mi raccontano dei bagni fatti nelle acque del Misa; io mi ricordo delle passeggiate che facevamo per pulirne le sponde dai rifiuti. Credo che ogni ostrense almeno una volta si sia incamminato lungo il fiume, perché semplicemente era naturale. Oggi, quale è la situazione? Ci si può ancora bagnare?
Mi chiedo anche quali siano le azioni che ogni individuo in concreto, può mettere in atto a salvaguardia del sistema ambientale. Se è vero che molto muove dalla coscienza individuale, dalla volontà personale di tutelare il territorio, è anche opportuno che vengano messe a disposizione del cittadino, sempre più frequentemente, indicazioni pratiche da seguire; ad esempio un decalogo dei principi di comportamento come limitare l’uso di strumenti che consumano energia, utilizzare acqua per lo stretto necessario, raccolta differenziata (se poi è veramente differenziata!), ect…
Al riguardo, lodevole è l’iniziativa del Consorzio Intercomunale Vallesina-Misa per la gestione dei rifiuti, che ha realizzato un progetto per le scuole primarie del territorio di competenza, volto ad accrescere la cultura ambientale, in particolare l’educazione alla raccolta differenziata dei rifiuti.
Mi auguro che anche questo giornalino, attraverso la partecipazione e i contributi sempre più numerosi, possa rappresentare un mezzo di scambio di informazione e di indicazioni su possibili modi per limitare i danni all’ambiente.

La relazione del Difensore Civico

di Stefano Neri

Nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale, il nostro difensore civico ha presentato la sua relazione sul servizio prestato nell’anno 2008 (si era insediato a fine luglio dello stesso anno). Riferisco, a grandi linee, quanto ascoltato in quella seduta. Le istanze ammissibili e protocollate sono state 14. Hanno riguardato i vari settori del Comune, in prevalenza il settore Lavori Pubblici. Altre si riferivano all’Ufficio Tributi ed altre ancora ad argomenti diversi. Oltre alle istanze riguardanti l’interesse specifico del singolo cittadino ricorrente, ne sono pervenute alcune di interesse generale. Tra queste, quella di un cittadino che, tramite il Difensore Civico, invitava il Comune ad adeguare il sito internet comunale alle nuove norme sulla accessibilità delle informazioni attraverso le moderne tecnologie digitali. Grazie anche all’intervento del Difensore Civico, l’Ente, seppure in tempi non brevi, si è adeguato alle norme in vigore ed ora i cittadini hanno la possibilità di avere a disposizione i vari moduli, i regolamenti comunali, i testi delle delibere comunali, direttamente sul proprio computer di casa, tramite la connessione ad internet. Su alcune istanze, soprattutto quelle riguardanti l’Ufficio Tributi, i responsabili dell’ufficio hanno ritenuto di riconfermare la posizione assunta. In tali casi il Difensore Civico ha indicato la corretta procedura che il cittadino poteva seguire qualora non si fosse ritenuto soddisfatto della risposta fornitagli dell’Ente (esempio: ricorso al T.A.R. ecc.).
In alcuni casi poi, cittadino ed Ente hanno trovato un punto di incontro diverso da quello prospettato dal Difensore Civico ed il problema è stato comunque risolto.
In merito ai rapporti con gli uffici comunali, il Difensore Civico ha riferito che, tutto sommato, c’è stata collaborazione e che le risposte e la documentazione richieste gli sono state fornite in quasi tutte le occasioni.
Come in tutti i casi di attivazione di un nuovo servizio, nella prima fase è normale che ci siano delle difficoltà, ma ora che il servizio è a regime ed il cosiddetto “rodaggio” c’è stato, tutto procede più regolarmente. I cittadini stanno dunque prendendo consapevolezza di questo nuovo servizio a tutela dei loro diritti e, di conseguenza, il numero delle istanze va aumentando. Il Sindaco ha evidenziato l’opportunità di consentire il ricorso al difensore civico solamente dopo che un tentativo diretto con l’Ente non abbia sortito effetto e di limitare l’ammissibilità delle istanze solamente a quelle riguardanti un interesse specifico del cittadino demandando la trattazione e risoluzione dei problemi che interessano l’intera collettività ad altri organi istituzionali, come ad esempio il Consiglio Comunale. Il nostro difensore civico ha affermato che, data l’incertezza della norma generale, ha inteso interpretarla in senso estensivo ed ha sempre accolto le istanze di carattere generale avendo, come punto fondamentale di riferimento, l’interesse dei cittadini. Di questo gliene va dato merito, così come gli vanno riconosciute professionalità, disponibilità ed imparzialità nello svolgimento del suo compito, non certo facile. Lo ringraziamo per questo e lo invitiamo a proseguire su questa strada. Siamo certi infatti, dal primo momento in cui abbiamo richiesto l’attivazione di questo ruolo di garanzia, che esso sarà importante anche per stimolare gli Uffici a una maggiore attenzione, eliminando alla fonte ritardi e disservizi.

Un’istanza al difensore civico ha riguardato il padiglione “C” della Scuola Elementare “Crocioni”.

Ancora sulla buona amministrazione

di Carla Raffaeli

Proviamo a sviluppare ancora l’idea che una buona amministrazione locale debba fare della città un ambiente a misura dei bambini, un criterio semplice e, penso, largamente condivisibile, perché include l’intera comunità e dirige le scelte verso il futuro.
Ostra, paese favorito da una invidiabile posizione naturale, ha le potenzialità per essere, al centro, in campagna, nel territorio delle frazioni, insomma senza soluzione di continuità, un ambiente di grande vivibilità. Per sviluppare queste precondizioni favorevoli occorrono alcune scelte inderogabili:

- evitare che lo sviluppo urbanistico avvenga attraverso una cementificazione che stravolga, deturpi, metta a rischio il paesaggio naturale (negli ultimi anni interi quartieri hanno tagliato colline, invaso crinali, cementificato zone che la esperienza dei vecchi considerava a rischio, senza parlare degli stabili con numerosi appartamenti che compaiono come funghi abnormi incastrati entro altre zone edificate);




Il nuovo edificio in Via del Paradiso, che prevede la costruzione di 15 appartamenti.

- evitare che gli spazi verdi di pertinenza vengano cartolarizzati e sacrificati a ragioni “di cassa”;

- fare in modo che strade e vie siano percorribili, anche a piedi, senza pericolo e che giardini, piazze, zone commerciali siano raggiunti e frequentati in piena sicurezza, con la necessaria serenità; in altre parole, porre finalmente mano al “problema viabilità”, tramite un diverso progetto urbanistico e a cominciare dal rispetto delle norme e dei divieti attualmente in vigore;




Via Gramsci quasi libera dalle auto in sosta(foto scattata alle ore 12,50)

- promuovere e sostenere un progetto pubblico e privato di risparmio energetico e sviluppo degli impianti di energia pulita e alternativa (impianti diffusi, non mega-impianti che sottraggano spazio alla vivibilità e allo sviluppo di strutture socialmente importanti come la locale Casa di Riposo);

- chiamare tutta la collettività a una corresponsabilità condivisa nel mantenimento e nello sviluppo di un ambiente pulito ed ecologicamente equilibrato, attraverso la cura delle zone di comune pertinenza, a cominciare dalle isole ecologiche per la raccolta differenziata, dalle zone rurali che delimitano le strade e così via.
Sono progetti che, mi piace ribadirlo, nell’immediato sono risolvibili con un sistematico controllo da parte della polizia urbana e un coinvolgimento attivo e responsabile della intera comunità e delle categorie interessate; mentre, nel tempo, richiedono progetti programmati per tappe e puntuali verifiche.
Per carità, niente di faraonico (milioni di euro), per piacere: marciapiedi, parcheggi, interventi di miglioramento da subito.

Chiacchiere e fatti (4^ parte) - Il Palazzo Censi

Dieci anni di chiacchiere sono servite soltanto per scrivere una brutta pagina di storia: quella del Palazzo Censi, che aveva trovato – giusto dieci anni fa – una giusta e adeguata soluzione, grazie all’interessamento di alcuni imprenditori locali. Il percorso per l’acquisto del Palazzo era cominciato con la Giunta Morganti, peraltro vicina alla scadenza del suo mandato, la quale si era dichiarata disposta a condividere il progetto di acquisto. Si era così trovato un accordo di massima con l’Amministratore di allora dell’U.S.L., dottor Lai. Ed era uscito il primo bando dell’Unità Sanitaria Locale che annunciava la vendita dell’immobile. E, dopo un primo bando, trascorsi 45 giorni, ne sarebbe dovuto uscire un secondo che – se fosse andato deserto, come il primo – avrebbe portato ad una trattativa privata tra l’USL e gli acquirenti: Comune e imprenditori.
Nel mese di luglio del 1999 si fece un incontro tra gli imprenditori e la nuova Amministrazione Cioccolanti.
Passate alcune settimane il Sindaco e il suo Vice fecero sapere di non essere interessati all’acquisto, perché “in quei locali sarebbe stata ubicata una RSA (Residenza Sanitaria Anziani)”.
La RSA, però, non viene assegnata al nostro Comune. L’Amministrazione inizia allora un nuovo percorso che prevede la permuta del Palazzo Censi con il vecchio Ospedale civile, di proprietà del Comune, al quale la USL chiedeva anche il pagamento di un conguaglio.
C’era da chiedersi, responsabilmente, cosa mai il Comune avrebbe fatto del Palazzo Censi. Lo avrebbe ristrutturato? Con quali soldi? Lo avrebbe rivenduto? Come? Aprendo, magari, una propria Agenzia immobiliare?
Questi i fatti. Qual è la situazione, oggi? Semplice: la RSA non c’è e il Palazzo Censi non è stato recuperato alla comunità. Cosa resta allora di dieci lunghi anni passati a trastullarsi con le chiacchiere? Niente, purtroppo
.

Il terreno in fondo a S. Maria Apparve

Se la Giunta Cioccolanti amministrasse il Comune con l’equilibrio e la saggezza del “buon padre di famiglia” non insisterebbe sulla scelta sbagliata di costruire un nuovo campo sportivo in questo appezzamento di terreno di oltre 3 ettari e mezzo. Il buon senso, infatti, suggerirebbe la seguente soluzione:
1) vendere 6 (sei) lotti di 2.000 mq. ciascuno di terreno fabbricabile, adiacente alle lottizzazioni Raffaeli/Morganti, ricavando la somma di Euro 600.000,00 (12.000 mq X 50 euro al mq. = Euro seicentomila);
2) la restante area di circa 2 ettari e mezzo dovrebbe essere assegnata alla Frazione Pianello, con una “dote” di Euro 100.000,00 (centomila). La somma dovrà essere utilizzata per dar vita ad un adeguato spazio verde, su cui potranno tranquillamente insistere, nel tempo, una pista ciclabile, una piattaforma polivalente, uno spazioso parcheggio e un fabbricato che sarà, un giorno, la sede delle Associazioni della Frazione.
Il campo sportivo resterebbe così, giustamente, al suo posto per altri lunghi anni.

Il capannone di Via Aldo Moro


Da molti anni è piuttosto malandato.
E, senza alcun dubbio, potrebbe essere meglio utilizzato. Ad esempio, risistemando o togliendo quella vecchia copertura e adeguando la pavimentazione, perché possa essere utilizzata, opportunamente attrezzata, come pista polivalente.