sabato 31 gennaio 2009

Asta terreni comunali: procedura legittima?

di Stefano Neri

Molti lettori sapranno che, sul finire del 2008, l’Amministrazione Comunale ha indetto un’asta pubblica per la vendita di alcuni terreni edificabili ubicati a Pianello (area campo sportivo) e Casine.
Nella seduta del Consiglio Comunale di fine ottobre, nel corso del dibattito, era emersa una questione sul prezzo per metro quadro, in quanto altri terreni a Pianello, in una zona più periferica, erano stati venduti a prezzi notevolmente superiori ai valori di stima proposti a base d’asta.
L’Amministrazione Comunale ha in ogni caso dato il via alle procedure per l’emanazione del bando di gara, preparato dal responsabile dell’ufficio tecnico. Né lui né il segretario comunale si sono però accorti che esisteva un apposito regolamento comunale per la vendita dei beni immobili pubblici. A causa di questa svista, il primo bando di gara, già emesso, era quasi totalmente in contrasto con tale regolamento comunale ed il responsabile del procedimento è stato costretto a rettificarlo con un secondo bando di gara.
Ciò che appare strano è che, nonostante fosse ormai noto che il regolamento comunale prevedeva un intervallo di 30 giorni tra l’emissione del bando e la data in cui si doveva tenere l’asta pubblica, il nuovo bando, emesso il 24 novembre, fissava l’asta al 20 dicembre (con 26 giorni di intervallo).
In Comune si giustificavano asserendo che il secondo bando era una semplice rettifica del primo e pertanto faceva fede la data del 18 novembre (data di emissione del primo bando), rientrando così nei termini di regolamento.
Inoltre nel bando era stabilito che, mentre per la stipula del rogito notarile era previsto un termine di 6 mesi dall’aggiudicazione, entro il giorno 23 dicembre gli aggiudicatari avrebbero dovuto versare l’80% dell’importo offerto, oltre al 10% già versato per partecipare all’asta. Appare singolare che il 90% del totale dovesse essere incamerato dal Comune entro la fine del 2008, (senza alcun rogito notarile). E’ come se il Comune avesse avuto l’impellente necessità di introitare tali somme entro l’anno 2008: Per quadrare il bilancio e rientrare nel cosiddetto “patto di stabilità? Per una questione di facciata, presentando a fine mandato un bilancio 2008 con numeri più favorevoli?
Questo non ci è dato saperlo.
Fatto sta che, per chiarire i numerosi dubbi emersi sulla vicenda, si faceva intervenire il difensore civico invitandolo a verificare la legittimità del secondo bando e, possibilmente, a far convalidare, dall’Ufficio Tecnico Erariale, la perizia redatta dal tecnico comunale.
Usciva anche un articolo su un quotidiano locale su tale argomento. Il giorno seguente, il nostro Sindaco replicava con un altro articolo nel quale dichiarava che tutta la procedura era assolutamente legittima. Seguiva l’esposto alla Procura presentato dai quattro consiglieri di minoranza della lista Progetto Ostra e, a distanza di qualche giorno, arrivava anche la risposta da parte del difensore civico all’istanza del cittadino.
Dall’esame della documentazione riguardante il procedimento d’asta, il difensore civico aveva rilevato un paio di aspetti del bando di gara (mancato rispetto del termine di 30 giorni e mancata pubblicazione nella gazzetta ufficiale) che, in caso di intervento di un giudice, avrebbero potuto portare ad un annullamento dell’asta pubblica. Invitava pertanto il responsabile del procedimento ad adottare tutti i provvedimenti ritenuti opportuni e necessari.
Dopo concitate riunioni dei nostri Amministratori Comunali, l’asta pubblica veniva annullata con la motivazione ufficiale che si temeva una probabile scarsa partecipazione di potenziali acquirenti a causa delle notizie uscite sulla stampa, che potevano aver insinuato dubbi sulla regolarità della procedura seguita.
Anche in questo caso il Sindaco faceva uscire un articolo su un quotidiano locale per spiegare le motivazioni alla base dell’annullamento dell’asta pubblica. Questa volta però non scriveva più che la procedura seguita era assolutamente legittima. Correggeva il tiro scrivendo che l’Amministrazione Comunale, pur in presenza dell’annullamento, si diceva comunque convinta che tutta la procedura seguita fosse regolare.
Ciò che appare strano è che il Sindaco nello stesso articolo scriveva che, con l’occasione, si coglieva l’opportunità di accogliere alcuni suggerimenti fatti pervenire dal difensore civico sulla vicenda.
Questa è la cronistoria di come sono andati i fatti: ciascuno ne tragga le sue conclusioni.

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