giovedì 30 aprile 2009

La fedeltà

di Bruno Landi

Lo so, un giorno o l’altro mi diranno (anzi lo hanno già detto) che sono più vicino alla parte politica “a noi avversa”, che a questa squinternata combriccola che vuol far credere di essere di centrosinistra (senza trattino, altrimenti non sarebbe il “nuovo” che da anni barcollando avanza).
Pazienza. Se questo mi capiterà (anzi, mi è già capitato), voglio dire che la fedeltà alle proprie opinioni, ai propri argomenti e convincimenti vale più della fedeltà ai propri (presunti) compagni.
Comunque compagni, tranquilli, non abbiate paura: sono stato e sempre resterò di sinistra. A modo mio: senza tessera e senza partito. Anche perché non sento assolutamente il bisogno di riciclarmi, accasandomi in qualche luogo di questa incerta politica.
Di sinistra, seppure un po’ scomodo. Perchè libero di pensare. Di proporre. Di scrivere. Sempre disposto, in ogni caso, a confrontarmi con gli altri. Purché gli altri lo vogliano veramente.
Senza rinunciare mai a parlare ad alta voce, sempre e comunque, per raccontare quello che vedo e criticare quello che non mi piace. Senza minimamente dovermi preoccupare se questo fa il gioco della parte politica “a noi avversa”.
Anche perché non mi piace chi decide nel chiuso delle stanze di un chiuso Palazzo.
Mi sono battuto e mi batterò perché il Comune diventi, chiunque sia al governo della città, un luogo di partecipazione e di confronto, in grado di coinvolgere persone capaci, competenti e, soprattutto, libere.

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