venerdì 30 ottobre 2009

Arturo Mallucci

Arturo Mallucci, classe 1931, è emigrato in Argentina nell’ottobre del 1951. Ad attenderlo, a San Nicolas (Stato di Buenos Aires) una sorella, Aurelia, e il cognato Marcello Manoni. Con lui, su quella nave e nello stesso viaggio, il cognato, Alvaro Luzi, sposato con Lina detta Lilla, che li raggiungerà un anno dopo. Sedici giorni è durato il viaggio d’andata sulla nave (prezzo del biglietto 180.000, “roba da cambiali”); ventuno il viaggio di ritorno, nel 1963, quando il biglietto costava invece 125 dollari.
Quasi 13 anni è durata la permanenza di Arturo in questa terra lontana, dove si è inserito senza grandi problemi, né di lingua, né di clima: “anche se – ricorda – c’erano giornate di grande freddo” . Anni in cui ha fatto diversi mestieri. Il principale: il muratore, dipendente da una ditta, ma anche lavoratore in proprio. Un lavoro che permetteva buoni guadagni.
Arturo, dopo tre anni dalla partenza, sposa una ragazza argentina. Matrimonio senza figli e di breve durata: neppure tre anni. L’Argentina è ospitale. Il mangiare è buono. Il lavoro non manca. Tanto che Arturo può cambiare, senza problemi: lavora in un ristorante come aiuto cuciniere (solo per sei mesi, però) e poi, per un anno, operaio in una fabbrica di lana. Pur ricordando con una certa simpatia l’Argentina, Arturo non ha nostalgia di quel paese. Tanto che non vi è più ritornato.

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